Da Amazon a Apple: come cambia il logo di un brand

«Il potere dei simboli non deve essere sottovalutato, se un logo non riesce a comunicare ciò che l’azienda rappresenta è un’opportunità sprecata»​

Questo scriveva Philp Kotler, il padre del marketing moderno, nel suo libro B2B Brand Management. Una massima ancora oggi alla base della strategia che definisce il logo di un brand.

Molti dei brand più famosi hanno iniziato con loghi che poco rappresentavano la loro realtà, in parte perché influenzati dalla moda del tempo legata ancora allo stile liberty.

Tutti, però, sono poi tornati sulla “retta via”, chi prima e chi dopo, facendosi creare loghi ad hoc che fossero semplici, immediati e facilmente riconoscibili anche se stampati in piccoli formati.

Come cambia il logo di un brand?

Ecco alcuni dei loghi che, prima di fare la storia, hanno avuto un’evoluzione tutta loro!

Amazon

Una A con al centro una strada. Questo era il logo di uno dei brand che, vent’anni dopo, avrebbe scalato i vertici del mercato globale, ma che al tempo si occupava solo di vendita di libri.

Quando Jeff Bezos decise di dare una svolta radicale alla sua azienda, venne modificato anche il logo, fino ad assumere l’iconica forma che oggi tutti conosciamo.

Il logo di Amazon è diventato prettamente testuale e mostra come dalla singola “A” si possa arrivare alla “Z”, sottolineando quindi che nell’e-commerce è possibile trovare letteralmente di tutto.

La stessa freccia sfrutta la tendenza umana a riconoscere in maniera quasi automatica volti in oggetti inanimati. Il logo è studiato per somigliare a un sorriso, trasmettendo quindi la sensazione di essere in qualche modo “positivo” e “amichevole”.

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Apple

Esistono tantissimi miti dietro la creazione del logo Apple. Dalla scoperta di Isaac Newton alla copertina dei Beatles, fino all’omaggio a Turing, il creatore del primo computer, suicidatosi mordendo una mela intinta nel cianuro.

Molti credono alla prima versione, raffigurata anche nel primissimo logo del brand: un’incisione di Newton sotto l’albero di mele dove, secondo i racconti, avrebbe avuto ispirazione per la scoperta della legge di gravitazione universale.

Il logo, nato negli anni ’70, era molto elaborato e ricco di dettagli e conteneva il nome del marchio (Apple Computer Co.) che si rivelò però difficile da riprodurre.

Così, sembra sia nata la mela morsicata, ricollegabile alla vicenda biblica del frutto proibito e dunque simbolo di desiderio, irriverenza, ribellione ma anche di scoperta e di conoscenza.

La prima mela invece, in versione arcobaleno, metteva in risalto la capacità dell’Apple II di presentare immagini a colori e rendeva i prodotti dell’azienda più “umanizzati”.

Canon

Come si può spiegare ai clienti la superiorità del proprio prodotto in maniera semplice e immediata? Semplice, pensò Canon: associandolo ad una divinità.

Ci riferiamo in particolare a Kwannon, divinità buddista con cento braccia, che fu fonte d’ispirazione per la scelta del nome (Kwanon) del marchio giapponese e del primo logo del brand.

Nel tempo, poi, è cambiato non solo il nome (da Kwanon a Canon), ma anche font e colore che, da nero, è diventato rosso e ancora oggi identifica il marchio.

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Toblerone

Il Toblerone è un marchio di cioccolato svizzero molto famoso.

Anche per questo, non tutti avranno immediatamente notato la presenza di un orso esattamente al centro di questa figura triangolare.

La scelta di questo animale come logo del brand è in realtà un tributo alla città in cui l’azienda è nata, ossia Berna.

La parola Bern (in tedesco), oltre a essere contenuta anche nel nome del prodotto, è conosciuta proprio come la “città degli orsi“.

Toyota

No, Toyota non si è sempre chiamata così.

Originariamente, il suo nome era “Toyoda“, poi modificato sia per una questione di sonorità sia perché Toyoda, in giapponese, si scrive con dieci colpi di pennello mentre Toyota ne richiede soltanto 8. Numero che, in Giappone, è associato alla fortuna.

Attualmente, il logo del brand riprende la forma del volante. Un cerchio esterno rappresenta il mondo che abbraccia Toyota, oltre a contenere tutte le lettere che compongono il nome.

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